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Professioni

Politologo, Politologa

Esperto in politiche pubbliche

Il POLITOLOGO studia ed analizza i fenomeni sociali e politici, anche nei loro aspetti problematici. È un esperto di fenomeni quali, per esempio: la storia e i mutamenti dei movimenti sociali, delle associazioni e delle organizzazioni politiche (ovvero, partiti, sindacati), i tipi di sistemi di governo, le istituzioni e le amministrazioni, i tipi di sistemi elettorali (anche elaborando simulazioni di scenari per prevederne i possibili esiti), la cittadinanza, le politiche pubbliche (come per esempio, la riforme della pubblica amministrazione) sapendone analizzare i processi di genesi, di implementazione e valutarne l’impatto, i comportamenti e i processi di influenza, e le relazioni internazionali tra stati.

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Quali norme regolano la professione

Non vi sono norme specifiche che regolano la professione. Non vi sono albi specifici e/o titoli specifici per accedere alla professione.

Livello EQF

VI livello del Quadro Europeo delle Qualifiche, corrispondente al primo ciclo dei titoli accademici

Dove lavora? Ambienti e organizzazione

UNIVERSITÀ

In università il politologo può lavorare come ricercatore o professore nei diversi ambiti della scienza politica. Il settore disciplinare di sua competenza è quello della scienza politica (sps/04), che può coprire un ampio spettro di ambiti di studio (analisi delle politiche pubbliche, comunicazione pubblica, processi decisionali, istituzioni dell’Unione Europea, relazioni internazionali, ecc.). Il politologo può specializzarsi anche in altre discipline di carattere maggiormente filosofico e storico, incluse le storie regionali: filosofia politica (sps/01), storia delle dottrine politiche (sps/02), storia delle istituzioni politiche (sps/03), storia e istituzioni delle Americhe (sps/05), storia delle relazioni internazionali (sps/06), storia e istituzioni dell’Africa (sps/13), storia e istituzioni dell’Asia (sps/14).

 

CENTRI DI RICERCA

Esistono una pluralità di istituti di ricerca che possono avere per oggetto sia la politica internazionale, sia la politica nazionale e locale, nonché quella europea (ad es. IAI, ISPI, IdP, Istituto Carlo Cattaneo, Ispri, Eurispes, IASSP, ecc.). Il politologo con forti conoscenze quantitative e statistiche può lavorare anche negli istituti per le ricerche di mercato che si occupano di sondaggi elettorali.

 

PARTITI/ORGANIZZAZIONI POLITICHE

Il politologo può operare come consulente per partiti e organizzazioni politiche. Può occuparsi in questo caso di elaborare linee di posizionamento politico, strategie elettorali e campagne comunicative, mettendo a disposizione la sua conoscenza dei comportamenti elettorali, delle preferenze e strategie degli altri attori politici e delle regole del gioco che disciplinano il sistema politico.

Se in passato i consulenti erano generalmente politicamente vicini al partito che li ingaggiava, spesso membri dello stesso, si è diffusa negli ultimi decenni la figura del consulente professionista, indipendente dal partito e spesso dipendente di vere e proprie società di consulenza, che offrono la loro competenza per rinforzare l’immagine pubblica di partiti e candidati di volta in volta diversi e anche tra loro contrapposti. Il consulente professionista lavora per lo più in ambito comunicativo, gestendo la comunicazione durante le campagne elettorali, ma curando anche l’immagine e le relazioni con i media del personale politico durante il mandato.

 

ISTITUZIONI

Il politologo può lavorare in istituzioni di diverso livello territoriale, fornendo consulenza in relazione alla trasparenza dell’amministrazione e alle attività di comunicazione nei confronti della cittadinanza. Può consigliare inoltre l’ente pubblico nella realizzazione di processi partecipativi e riguardo alle strategie di coinvolgimento degli stakeholders, nell'adozione e implementazione delle politiche pubbliche. Può inoltre produrre simulazioni degli effetti di una determinata politica, analizzando per es. l’impatto sui potenziali beneficiari, per una più informata previsione della loro efficacia, ed infine elaborare valutazioni delle politiche una volta implementate.

Il politologo può lavorare anche come consulente per istituzioni europee e sovranazionali nei diversi ambiti, con riferimento al disegno e all'implementazione delle politiche pubbliche internazionali. Nelle istituzioni internazionali che si occupano di progettare e implementare in particolare programmi di aiuto allo sviluppo nei paesi del Sud del mondo, il politologo, a differenza dell’economista, offre una conoscenza che include il quadro istituzionale e il contesto politico e sociale del paese beneficiario, ed è in grado pertanto di orientare il processo decisionale tenendo conto di un’ampia gamma di variabili rilevanti ai fini del successo delle programmi attuati. Chi possegga questo genere di competenze sarà anche in grado di instaurare più efficacemente relazioni con gli attori locali rilevanti.

Il politologo può lavorare inoltre come collaboratore parlamentare all'interno della Camera dei deputati o del Senato italiani o come assistente parlamentare all'interno del Parlamento europeo. I collaboratori/assistenti parlamentari supportano il parlamentare nelle attività legate al suo ufficio: si tratta dunque di un ruolo fiduciario.

 

AZIENDE

Il politologo può lavorare anche come consulente per aziende in particolare nel settore delle relazioni istituzionali, affiancando l’addetto public affairs nel monitorare gli avvenimenti e le dinamiche interne al sistema politico-istituzionale del paese nel quale l’impresa opera e assistendo la stessa nella cura delle relazioni con gli enti pubblici o enti regolatori (locali, nazionali o sovranazionali).

Quali sono le condizioni di lavoro?

In qualità di ricercatore presso università il politologo lavora con contratti subordinati (a tempo determinato o indeterminato) o parasubordinati (borse di studio e di ricerca, assegni di ricerca, co.co.co, collaborazioni occasionali, partita Iva). Per quanto riguarda l’inquadramento normativo della figura di Ricercatore si veda la relativa scheda.

Il ricercatore universitario lavora principalmente per obiettivi, senza un orario di ufficio prestabilito, ad esclusione della didattica. Lavorando per obiettivi, può andare incontro a periodi particolarmente intensi in termini di impegno orario, a fronte di altri periodi meno impegnativi.



L’analista nei centri di ricerca è inquadrato spesso come Research Fellow, termine che indica rapporti di collaborazione/di impiego temporalmente limitati. Può tuttavia essere assunto anche come ricercatore a tempo indeterminato, a seconda dell’ente di ricerca in questione. Lavora in team di ricerca e per obiettivi, intrattenendo rapporti costanti con le università e le altre istituzioni attive nel proprio settore di ricerca. È inserito generalmente in contesti fortemente internazionali e competitivi.



Il consulente politico lavora intensamente durante le campagne elettorali. Può avere tuttavia problemi nel garantirsi la continuità del lavoro e questa è una delle ragioni per cui lavora per una pluralità di candidati anche in competizione tra loro. Molti consulenti politici collaborano tuttavia con il candidato anche in seguito all'elezione, curandone l’immagine e le relazioni pubbliche durante il mandato.



Per le istituzioni e per le aziende il politologo lavora generalmente tramite l’offerta di consulenze, e dunque con rapporti di collaborazione limitati nel tempo.

L’offerta di prestazioni per una pubblica amministrazione può comportare l’adempimento di particolari regole etiche e di trasparenza (le amministrazioni hanno per es. l’obbligo di pubblicizzare le consulenze pagate che hanno richiesto, inclusi una serie di dati relativi ai percettori degli incarichi).


I collaboratori parlamentari in Italia sono spesso soggetti a rapporti di lavoro precari, a ritmi di lavoro intensi in cambio di retribuzioni modeste. Diversa è la situazione degli assistenti parlamentari del Parlamento europeo, la cui posizione è regolamentata in modo molto più preciso. L’assistente parlamentare è un dipendente accreditato presso il Parlamento e lo Statuto degli assistenti parlamentari, entrato in vigore nel 2009, dispone regole comuni per il trattamento economico, la previdenza sociale, i diritti ed i doveri degli stessi.

Attività e competenze

ATTIVITÀ

COMPETENZE

Analizza le politiche pubbliche

  • studiando i processi decisionali che portano alla loro definizione e gli attori coinvolti, ed elaborando modelli teorici in grado di spiegare le preferenze di questi ultimi e le loro strategie per influenzare il risultato
  • osservando la struttura delle stesse, in termini di problemi a cui cercano di dare risposta, e di gruppi destinatari
  • individuando i livelli territoriali di intervento e le istituzioni/gli attori preposte/i alla loro realizzazione
  • elaborando proiezioni degli effetti e quindi valutando l’impatto e l’efficacia delle stesse, anche attraverso l’utilizzo di indicatori di performance
  • valutando le risposte della società e l’interazione tra politiche pubbliche e dinamiche sociali

Studia i sistemi politici

  • analizzandone le istituzioni, la genesi e i mutamenti
  • concentrandosi sui sistemi partitici e le loro trasformazioni, in risposta ai mutamenti dei sistemi elettorali e della società
  • analizzando comparativamente i diversi paesi, valutandone le differenze e le risposte alle pressioni comuni (per esempio, alla globalizzazione)

Analizza le relazioni internazionali

  • elaborando modelli teorici per la spiegazione dei rapporti tra gli stati
  • focalizzandosi sulla politica estera e considerando i vincoli che il sistema internazionale pone e le opportunità che offre a ogni paese
  • studiando le funzioni e la struttura degli organismi sovranazionali ed elaborando categorie per comprenderne l’operare
  • analizzando le caratteristiche e le dinamiche delle macro-aree regionali, inclusi i processi di integrazione (regionalismo)
  • studiando genesi, evoluzione e funzionamento delle istituzioni dell’Unione europea

Studia le ideologie politiche

  • rintracciandone la genesi e approfondendo i testi o autori all’origine delle stesse
  • percorrendone le trasformazioni nel corso del tempo, a fronte dei cambiamenti della società
  • analizzando gli attori che ne sono portatori e il radicamento nei gruppi sociali
  • valutandone gli esiti politici e la capacità trasformativa nei confronti del sistema politico e sociale

Studia i comportamenti elettorali

  • valutando come le regole del gioco influenzano i comportamenti di voto e gli esiti dello stesso
  • sondando i mutamenti nel clima di opinione, anche in relazione a temi specifici
  • analizzandone le preferenze politiche ed elettorali dei diversi gruppi sociali e loro mutamenti (flussi elettorali, ecc.)
  • studiando le strategie di comunicazione degli attori politici e la loro influenza sul comportamento degli elettori

Quali conoscenze è necessario avere?

Conoscenze specialistiche

  • Filosofia politica
  • Storia delle dottrine politiche
  • Storia delle istituzioni politiche
  • Analisi delle politiche pubbliche
  • Analisi dei processi decisionali
  • Comunicazione pubblica
  • Istituzioni dell’Unione Europea
  • Relazioni Internazionali
  • Metodologia della ricerca sociale

Conoscenze generali

  • Scienza politica
  • Relazioni internazionali
  • Sociologia
  • Elementi di statistica
  • Economia politica
  • Politica economica
  • Diritto pubblico
  • Filosofia
  • Storia moderna e contemporanea
  • Geografia
  • Conoscenze linguistiche
  • Informatica

Che cosa deve saper fare?

Abilità specialistiche principali

  • Applicare tecniche di progettazione e realizzazione di un’inchiesta campionaria (realizzazione strumento di indagine, definizione del campione, somministrazione e codifica dei dati, elaborazione)
  • Applicare tecniche di gestione e trattamento delle fonti e dei dati secondari a diversa scala territoriale e delle banche dati istituzionali e/o amministrative
  • Applicare metodologie e tecniche di costruzione ed analisi qualitativa dei dati (per esempio, interviste in profondità, focus group, analisi del discorso)
  • Applicare tecniche di analisi statistica dei dati quantitativi, con il supporto di specifici strumenti informatici (SPSS, SAS, Stata)
  • Applicare tecniche di simulazione di scenari politici
  • Utilizzare tecniche di lettura critica dei contributi scientifici
  • Utilizzare tecniche di comunicazione efficace
  • Applicare tecniche di analisi del comportamento degli attori politici
  • Applicare tecniche di analisi della formazione delle preferenze
  • Applicare tecniche di studio delle interazioni strategiche
  • Applicare tecniche di analisi dei processi amministrativi
  • Applicare tecniche di redazione report di ricerca

Abilità generali principali

  • Applicare tecniche di pianificazione delle attività
  • Applicare tecniche di progettazione
  • Gestire relazioni con il committente
  • Utilizzare lingue straniere e l’inglese in particolare
  • Applicare tecniche di analisi delle procedure
  • Applicare tecniche di analisi organizzativa

Quali comportamenti lavorativi deve sviluppare?

Accuratezza

operare con precisione, minimizzando gli errori e ponendo una costante attenzione alla qualità e al controllo dei risultati del lavoro

Creatività

ricercare soluzioni originali ed efficaci, approcciare in modo creativo i problemi di lavoro, tentare soluzioni non convenzionali, sviluppare un ambiente favorevole all’innovazione

Flessibilità-Adattabilità

modificare comportamenti e schemi mentali in funzione delle esigenze del contesto lavorativo, sapersi adattare ai cambiamenti e alle emergenze, lavorare efficacemente in situazioni differenti e/o con diverse persone o gruppi

Logica-Pensiero analitico

comprendere le situazioni, scomponendole nei loro elementi costitutivi, individuando relazioni e sequenze cronologiche e valutare le conseguenze in una catena di cause ed effetti

Orientamento al cliente/utente

anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze del cliente interno/esterno e predisporre soluzioni personalizzate, efficaci e soddisfacenti dal punto di vista della qualità del servizio reso

Orientamento all’innovazione e al cambiamento

essere aperti a idee e approcci nuovi, saper individuare e cogliere le opportunità, non temere l’errore ma piuttosto viverlo come un’occasione di apprendimento e miglioramento

Pensiero concettuale

riconoscere modelli astratti o rapporti fra situazioni complesse, definendo problemi anche mediante l’uso di metafore e analogie; ricomporre idee, questioni e osservazioni in concetti; identificare aspetti chiave di situazioni complesse

Percorso formativo formale

Per diventare politologo in ambito universitario il percorso da seguire è necessariamente quello del ricercatore universitario (si rimanda alla figura del Ricercatore). È imprescindibile inoltre un dottorato in materie politologiche.

Percorso formativo consigliato

Per lavorare come politologo in università e negli altri settori/luogo di lavoro menzionati è importante possedere, oltre alle conoscenze specialistiche delle scienze politiche, una base solida nelle principali discipline contigue: economia politica, diritto costituzionale e diritto amministrativo o internazionale (a seconda dei propri ambiti di specializzazione), sociologia, ecc. Sono essenziali inoltre una buona cultura generale e conoscenze delle principali problematiche filosofiche e storiche che stanno alla base dei concetti e della comprensione scientifica odierna della realtà politica.

Per lavorare in università si consiglia di individuare a partire dalla tesi di laurea magistrale, e quindi con la tesi di dottorato, la specializzazione e i temi su cui si desidera incentrare il proprio lavoro di ricerca.

 

Per lavorare in centri di ricerca è necessario seguire il percorso definito dalla singola organizzazione presso la quale ci si candida. Si consiglia un’ottima conoscenza delle lingue e soprattutto dell’inglese, in quanto spesso si lavora in team con analisti internazionali. Tra analisti dei centri di ricerca e ricercatori universitari può esistere una sovrapposizione (sono molti gli analisti che sono anche ricercatori/professori universitari e viceversa diversi ricercatori/professori universitari collaborano o lavorano anche per centri di ricerca esterni), ma questa non è necessaria in molti istituti. Un titolo di studio post-laurea (un dottorato o un master) sono però generalmente essenziali. Si consideri che i centri/gli istituti più rinomati sono estremamente selettivi e la frequenza di università d’eccellenza (almeno per quanto concerne i titoli post-laurea) può risultare indispensabile.

 

Per quanto riguarda i partiti politici, la diffusione della figura del consulente professionista fa sì che si possa ormai lavorare in questo campo indipendentemente dall'affiliazione o dalla frequentazione di specifici partiti/personaggi politici. L’esperienza politica o di partito è tuttavia un tassello formativo importante, che aumenta le possibilità di essere ingaggiato come consulente. La frequenza di corsi di specializzazione in comunicazione politica o in comunicazione pubblica, o anche un master, rientra nel percorso formativo della maggior parte dei consulenti politici. La lettura di riviste specialistiche è un mezzo molto utilizzato per il proprio aggiornamento professionale.

 

Per chi desidera lavorare in istituzioni internazionali e di cooperazione allo sviluppo può essere molto utile maturare esperienze di studio all'estero e soprattutto di tirocinio nelle medesime istituzioni durante l’università. La partecipazione a summer school, a simulazioni (come le simulazioni di assemblee dell'Onu per aspiranti funzionari e diplomatici) e ad altri progetti di formazione promossi da tali istituzioni può contribuire alle future possibilità di impiego. Trattandosi di ambienti molto selettivi può risultare essenziale il possesso di titoli post-laurea in università di eccellenza.

 

Per lavorare come collaboratore parlamentare in Italia è utile frequentare corsi professionali per Collaboratore Parlamentare. Per lavorare come assistente parlamentare europeo sono necessarie ottime conoscenze di diritto comunitario e sono fortemente consigliate esperienze di tirocinio presso le istituzioni europee. Il processo di selezione avviene direttamente da parte dell’Ufficio europeo per la selezione del personale.

 

Per quanto riguarda il lavoro per aziende private possono aiutare master in Public Affairs e Relazioni Istituzionali. Sono tuttavia pochi in Italia e prevalentemente in università private.

Come si sviluppa la carriera?

Il ricercatore universitario in scienze politiche può (e deve) diventare nell'arco di dodici anni professore associato ed eventualmente professore ordinario.

 

L’analista in centri di ricerca può acquisire funzioni di responsabilità e dirigenza all'interno dell’organizzazione, assumendo il potere più o meno ampio di stabilirne le direzioni di ricerca. Ogni istituto ha le sue gerarchie e percorsi di carriera interni.

 

Il politologo in qualità di consulente politico può accrescere progressivamente la sua esperienza e i suoi successi, costruendosi così una propria reputazione professionale  nel settore e aumentando la domanda di collaborazione da parte di esponenti politici, e di conseguenza i compensi percepiti. L’immagine del consulente è legata ovviamente al successo delle campagne alle quali collabora: anche la scelta delle cause da sostenere deve pertanto essere oculata.

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Statistiche

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