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Professioni

Educatore professionale, Educatrice professionale

Educatore professionale socio-pedagogico, Educatore professionale socio-sanitario

L'EDUCATORE PROFESSIONALE organizza e gestisce progetti e servizi educativi e riabilitativi all'interno dei servizi sanitari o all'interno di servizi socio-educativi, destinati a persone in difficoltà: minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani. Lavora in équipe multidisciplinari, stimola i gruppi e le singole persone a perseguire l'obiettivo di reinserimento sociale definendo interventi educativi, assistenziali e sanitari rispondenti ai bisogni individuali attraverso lo sviluppo dell’autonomia, delle potenzialità individuali e dei rapporti sociali con l’ambiente esterno.

La recente Legge di Bilancio 2018 introduce una distinzione tra l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO, che può operare sia all'interno di strutture sanitarie, sia in cooperative e comunità, e l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO che lavora all'interno dei servizi educativi e sociali di organizzazioni pubbliche e del Terzo Settore.

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Quali norme regolano la professione

Esistono due diversi percorsi di accesso alla professione, a seconda del profilo considerato: 

- la professione dell'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO è definita invece dal D.M. 520/1998 del Ministero della Sanità ed è stata collocata dalla recente Legge 3/2018 tra le Professioni sanitarie della riabilitazione. La legge IORI n. 2443 del 20.12.2017 e il relativo decreto attuativo DM 13 marzo 2018 hanno costituito un Albo degli Educatori professionali, prevedendo l'iscrizione obbligatoria per l'esercizio della professione. Requisito per l'abilitazione è il possesso di una laurea triennale nella classe di laurea L/SNT 2 (classe delle lauree in professioni sanitarie della riabilitazione).

- la professione dell'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO è stata recentemente riconosciuta giuridicamente dalla Legge di Bilancio 2018 (commi 594-601), che ha attribuito tale qualifica a chi consegue la laurea triennale nella classe di laurea L-19 (Scienze dell'Educazione e della Formazione);

In conseguenza della recente distinzione tra i due profili professionali, esistono diverse norme per la gestione del transitorio rivolte soprattutto a coloro che già lavorano con il profilo di educatore professionale. Tali norme, tra le altre cose, prevedono la possibilità di riqualificazione professionale attraverso corsi ad hoc (che prevedendo il riconoscimento di crediti sono generalmente più brevi dei corsi di laurea). Si consiglia di verificare l'attuale vigenza di tali norme.

Livello EQF

VI livello del Quadro Europeo delle Qualifiche, corrispondente al primo ciclo dei titoli accademici

Che cosa fa

Attività

Descrizione

 Analizza i bisogni del territorio

 attraverso analisi di studi e confronti con gli attori sociali

 Progetta servizi ed interventi

 volti a soddisfare i bisogni individuati

 Organizza

 gli interventi di assistenza e riabilitativi pianificando le attività attraverso il confronto con il committente

 Realizza attività assistenziali e sociosanitarie

 rivolti a target differenti

 Rendiconta

 producendo la documentazione richiesta dal committente

 Valuta l’intervento educativo

 dal progetto al servizio erogato, in base agli obiettivi posti in fase di progettazione

 Attiva reti territoriali

 facendosi portavoce dei bisogni

Dove lavora? Ambienti e organizzazione

L’EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO può lavorare in:

Servizi socio-assistenziali

 

servizi territoriali, comunità residenziali, centri protetti, o centri diurni per disabili lievi e minori a rischio, strutture assistenziali per anziani

 

 

Servizi sanitari

 

servizi per tossicodipendenti (SERT), alcolisti e pazienti psichiatrici, disabili gravi e gravissimi e pazienti psichiatrici

 

 

Servizi socio-educativi

 

servizi di educativa territoriale, centri di ascolto, comunità mamma-bimbo, progetti specifici rivolti a categorie socialmente vulnerabili (es. minori a rischio, adulti in difficoltà, Rom).

 

 

L’EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO può lavorare in:

Servizi socio-educativi

 

servizi di educativa territoriale, centri di ascolto, centri diurni con finalità aggregative-sociali, progetti specifici rivolti a categorie socialmente vulnerabili (es. minori a rischio, adulti in difficoltà, Rom).

L'EDUCATORE PROFESSIONALE può lavorare sia per il settore pubblico che privato. I contesti di lavoro più diffusi sono le Cooperative Sociali e in alcuni casi le Associazioni. La possibilità di inserimento in ASL, comuni o altri enti pubblici, è limitata’attuale tendenza dell’Amministrazione Pubblica a ricorrere ai servizi esterni.

In strutture residenziali o semi-residenziali l’EDUCATORE PROFESSIONALE solitamente lavora in team e risponde direttamente al responsabile del servizio o al coordinatore di progetto. Nelle strutture sociosanitarie, l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO generalmente lavora su turni anche notturni. Nel caso di progetti educativi sul territorio, l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO  e l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO, generalmente hanno orari più flessibili e beneficiano di un livello di responsabilità e autonomia maggiori, riferendo comunque al coordinatore di progetto o al responsabile del servizio.

Quali sono le condizioni di lavoro?

L'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO può esercitare la professione solo dopo essersi iscritto all'albo (non esiste invece l'albo professionale degli EDUCATORI PROFESSIONALI SOCIO-PEDAGOGICI. 

L’EDUCATORE PROFESSIONALE svolge la propria attività solitamente come socio lavoratore – con contratto di lavoro a tempo indeterminato – in cooperative sociali; ma a volte può intraprendere la carriera in qualità di lavoratore autonomo aprendo la Partita IVA. Su progetti non riconducibili alle attività in strutture residenziali o semi-residenziali, si fa ricorso a contratti a termine, mentre le figure che ricoprono ruoli dirigenziali o amministrativi godono di maggiore stabilità occupazionale. Lo stipendio base può variare in base all’anzianità.

L’articolazione dell’orario di lavoro, solitamente di 36 ore settimanali, dipende dal tipo di attività realizzata in relazione all’utenza coinvolta. Nelle strutture in cui deve essere garantita la presenza continua, il tempo lavoro è organizzato in turni.

Generalmente, l’EDUCATORE PROFESSIONALE deve essere disposto a svolgere attività di diversa natura, sia di aiuto, sostegno e relazione, sia di tipo amministrativo-gestionale. Opera in ambienti organizzativi in cui solitamente i ruoli e le mansioni non sono rigidamente definiti e possono variare in base al tipo di utenza e al tipo di intervento che si realizza. Per tale motivo, l’approccio al lavoro dovrebbe essere improntato alla disponibilità e alla flessibilità e connotato da un’elevata motivazione personale.

In questa area di professionalità, per le criticità che si possono incontrare nelle relazioni con gli utenti (minori in situazione di disagio, carcerati, tossicodipendenti, disabili, persone in situazione di isolamento sociale, anziani), il turn over può risultare elevato.

L’EDUCATORE PROFESSIONALE svolge le propria attività fondamentalmente in équipe con altri educatori professionali e in modo integrato con altre figure professionali coinvolte nel servizio erogato (medici, infermieri, assistenti sociali, personale OSS, psicologi, personale carcerario). Nella sua attività è centrale la dimensione relazionale con i destinatari degli interventi e le relative famiglie, nonché con la rete dei servizi territoriali che comprende istituzioni, associazioni, gruppi del volontariato sociale, agenzie educative e formative, sevizi sociali e per l’impiego, imprese, esperti, ecc.

Attività e competenze

ATTIVITÀ

COMPETENZE

RISULTATI

Analizza i bisogni del territorio

  • analizzare, a partire dall’analisi delle fonti e dall’elaborazione dei dati, i bisogni espressi e potenziali del territorio
  • analizzare la domanda della Pubblica Amministrazione (gara d’appalto o richiesta diretta di prestazione)
  • rilevare le fonti istituzionali, dai dati statistici ed anagrafici, ai piani di zona e alle iniziative presenti sul territorio (ricerche, progetti, attività e servizi sociali e sanitari, ecc.)
  • reperire ricerche, articoli, saggi utili all’aggiornamento continuo
  • promuovere e coordinare ricerche qualitative e quantitative sulle politiche locali;
  • rilevare informazioni, giudizi, suggerimenti e valutazioni presso gli stakeholders (utenti, cittadini, famiglie, associazioni, colleghi, istituzioni, ecc.)
  • mappare risorse presenti o attivabili sul territorio (servizi, associazioni, volontariato sociale, ecc.)

Mappa dei bisogni territoriali definita

Progetta servizi ed interventi

  • progettare attività socio-sanitarie, rieducative servizi rivolti a famiglie, giovani, anziani, disabili in situazione di disagio e progetti di educativa territoriale
  •  definire il progetto d’intervento per gruppi di persone, ambiti di intervento e singoli eventi
  • sperimentare soluzioni e modelli innovativi di servizi e strumenti di lavoro
  • stimare e reperire le risorse necessarie per la realizzazione dei progetti e degli interventi
  • definire dati di dettaglio della prestazione (dati della cooperativa, offerta economica, curriculum operatori che verranno impiegati in caso di vincita)
  • presentare il progetto redatto nella forma, nei tempi e nelle modalità previste dal committente/ente aggiudicante

Progetto d’intervento definito

Organizza

  •  effettuare tutte le procedure amministrative e gli adempimenti formali necessari all’affidamento di un appalto di servizio
  •  costituire l’equipe di lavoro
  •  creare o predisporre strutture atte ad accogliere i destinatari del servizio
  • definire il PEI (Progetto Educativo Individuale), che contiene data, referente educativo, obiettivi, vincoli, tempi di verifica, risorse, contesti di intervento

Contratto di affidamento del servizio.

Piano di lavoro approvato ed équipe di lavoro costituita

Realizza attività assistenziali e sociosanitarie

  • prendere in carico gli utenti del servizio definendo il bisogno individuale e il percorso di reinserimento sociale e raccogliendo dati su potenzialità e capacità individuali
  • creare una relazione educativa personalizzata con l'ausilio di supporti differenziati
  •  redigere la relazione osservativa attraverso l’anamnesi sulla costituzione del nucleo familiare, sul grado di autonomia, di accettazione delle proposte, sugli aspetti emotivi.
  • accompagnare gli utenti in attività quotidiane (fare la spesa, fare i compiti, partecipare ad attività sportive, ecc.)
  • assistere i destinatari dell’intervento nei percorsi di crescita, di emancipazione e di reinserimento e nell’assunzione di farmaci
  • partecipare ad incontri con altre figure professionali per mettere a punto progetti di reinserimento sociale o di assistenza
  •  valutare la situazione individuale, familiare e sociale della persona ricreando eventualmente i legami della persona con l'ambiente familiare e sociale

Intervento assistenziale o sociosanitario realizzato, risposta al bisogno rilevato, comunicazioni al committente sull’andamento dell’intervento

Rendiconta

  • partecipare alla produzione della documentazione necessaria alla dimostrazione della presa in carico dell’utente e della effettiva realizzazione dell’intervento

Documentazione relativa alla rendicontazione redatta e controllata

Valuta l’intervento educativo

  • monitorare l’andamento del progetto e l’efficacia delle azioni intraprese
  •  verificare, insieme all’equipe, il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati sul singolo caso in carico
  •  modificare e adeguare metodi e strumenti in base alle risposte dell’utenza

Intervento assistenziale o sociosanitario valutato

Report di fine progetto

Attiva reti territoriali

  • sviluppare reti integrate di servizi e soggetti chiave sul territorio
  • aprire canali comunicativi tra cittadini, istituzioni, soggetti pubblici e privati che hanno la possibilità di governare i processi di cambiamento della società
  • promuovere l’organizzazione di gruppi di volontariato, associazioni, cooperative, gruppi di auto/mutuo-aiuto
  • coinvolgere famiglie, enti locali, servizi dislocati nel territorio nei progetti educativi, sponsor nella realizzazione di attività
  • coinvolgere ed attivare persone e gruppi in attività di animazione culturale sul territorio• realizzare scambi di informazioni e progettazioni comuni con organizzazioni ed istituzioni
  • attivare la rete territoriale per la realizzazione di attività di prevenzione sociale

Rete territoriale attivata

Quali conoscenze è necessario avere?

Conoscenze specialistiche

  • elementi pedagogia speciale
  • elementi di andragogia
  • elementi di pedagogia della devianza
  • elementi di budgeting e fund raising
  • psicologia sociale e di comunità
  • elementi di psicopatologia, neurologia, psichiatria
  • metodologie di counselling psicologico e socio-sanitario
  • metodologie di valutazione interventi in area socio-sanitario
  • normativa per il funzionamento delle strutture socio-sanitarie
  • rete territoriale dei servizi sociali

Conoscenze generali

  • pedagogia generale
  • pedagogia speciale
  • tecniche di primo soccorso
  • normativa in materia sanitaria
  • metodi di ricerca educativa
  • elementi di sociologia
  • tecniche di comunicazione assertiva
  • tecniche di gestione del conflitto
  • tecniche di Project Management

Che cosa deve saper fare?

Abilità specialistiche principali

  • Applicare tecniche di analisi dei bisogni dell'utenza
  • Applicare tecniche di progettazione partecipata di interventi di prevenzione del disagio
  • Applicare metodi per la definizione del progetto educativo personalizzato
  • Applicare tecniche di counselling socio-sanitario
  • Applicare tecniche di gestione di gruppi di auto aiuto
  • Applicare tecniche di supporto all’inserimento lavorativo di soggetti in difficoltà
  • Applicare tecniche di gestione degli interventi domiciliari
  • Applicare tecniche di gestione degli interventi di mediazione nelle relazioni interpersonali (famiglia, coppia…) e di assistenza individuale
  • Applicare modalità di coinvolgimento degli attori territoriali: famiglie, servizi, sponsor
  • Applicare tecniche di Fund Raising

Abilità generali principali

  • Applicare tecniche di Project Management
  • Applicare metodologie di definizione di piani di comunicazione
  • Applicare tecniche di coordinamento di gruppi di lavoro e gestione delle dinamiche di gruppo
  • Applicare tecniche di definizione di accordi di rete
  • Applicare tecniche di valutazione degli interventi in ambito socio-sanitario
  • Applicare tecniche di ricerca (dati/informazioni/notizie)
  • Applicare metodi di ricerca in campo socio-sanitario

Quali comportamenti lavorativi deve sviluppare?

Autocontrollo-Gestione dello stress

Autocontrollo-Gestione dello stressmantenere un adeguato controllo emotivo, essere consapevoli dei propri punti di forza e debolezza, dei propri valori e obiettivi, mantenere la concentrazione anche sotto pressione o in situazioni incerte o impreviste

Collaborazione-Cooperazione

lavorare in modo costruttivo e in sinergia per il raggiungimento degli obiettivi comuni, condividere progetti, informazioni e risorse

Creatività

ricercare soluzioni originali ed efficaci, approcciare in modo creativo i problemi di lavoro, tentare soluzioni non convenzionali, sviluppare un ambiente favorevole all’innovazione

Flessibilità-Adattabilità

modificare comportamenti e schemi mentali in funzione delle esigenze del contesto lavorativo, sapersi adattare ai cambiamenti e alle emergenze, lavorare efficacemente in situazioni differenti e/o con diverse persone o gruppi

Orientamento al cliente/utente

anticipare, riconoscere e soddisfare le esigenze del cliente interno/esterno e predisporre soluzioni personalizzate, efficaci e soddisfacenti dal punto di vista della qualità del servizio reso

Percorso formativo formale

La recente Legge di Bilancio 2018 introduce una distinzione tra l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-SANITARIO, che può operare sia all'interno di strutture sanitarie, sia in cooperative e comunità, e l'EDUCATORE PROFESSIONALE SOCIO-PEDAGOGICO che lavora all'interno dei servizi educativi e sociali di organizzazioni pubbliche e del Terzo Settore.

La Legge di Bilancio 2018 ha creato pertanto un doppio canale formativo per accedere alla professione di Educatore professionale, prevedendo il conseguimento della laurea triennale in Scienze dell'Educazione (classe di laurea L-19) per lavorare come Educatore socio-pedagogico e la laurea triennale in Educazione Professionale (classe di laurea L/SNT2) per lavorare come Educatore socio-sanitario.

L'Educatore professionale socio-sanitario deve essere iscritto all'albo degli Educatori professionali, istituito dal DM 13 marzo 2018 sulla base della Legge 3/2018.

Percorso formativo consigliato

Pur essendo le lauree triennali sopra citate gli unici titoli abilitanti rispettivamente alla professione e all'iscrizione all'albo, è apprezzata una precedente esperienza lavorativa o volontaria sul campo e una innata capacità di ascolto.

La richiesta di questa figura è costante, soprattutto nei servizi rivolti a tossicodipendenti, disabili e anziani.

La necessità di EDUCATORI PROFESSIONALI essendo molto elevata, permette buone possibilità di inserimento.

Come si sviluppa la carriera?

Dopo un periodo di inserimento della durata di qualche mese (variabile in funzione delle politiche del personale delle organizzazioni), solitamente l’EDUCATORE PROFESSIONALE è stabilizzato nell’impiego con l’assunzione a tempo indeterminato. Con il passare del tempo, attraverso l’acquisizione di esperienza sul campo e di competenze gestionali, l’EDUCATORE PROFESSIONALE può in alcuni contesti organizzativi (strutture residenziali, semiresidenziali, cooperative sociali…) assumere ruoli di responsabilità e coordinamento. A livello di mansioni può svolgere attività di progettazione in risposta a bandi pubblici oppure occuparsi della formazione o del tutorato dei nuovi educatori e del loro affiancamento nel team di lavoro.

Per l'Educatore professionale socio-sanitario la carriera si può sviluppare in senso verticale diventando Coordinatore dei servizi sanitari: in questo caso è necessario acquisire il titolo di Master in coordinamento e partecipare al concorso per Coordinatori.

Si può accedere ai concorsi per Dirigenti del personale sanitario del comparto, avendo conseguito la Laurea Magistrale.

Informazioni

Ascolta i consigli di Don Luigi Ciotti, Presidente del Gruppo Abele

Volumi
  • Brandani W., Tomish M., 2005, La progettazione educativa. Il lavoro sociale nei contesti educativi, Carocci, Roma
  • Demetrio D., 1999, Educatori di professione. Pedagogia e didattica del cambiamento nei servizi extra-scolastici, La Nuova Italia, Firenze
  • Maccaro D., 2005, Le nuove professioni educative. La didattica nei servizi socio-culturali e assistenziali, Carocci, Roma
  • Rei D., Maurizio R. (a cura di ), 1991, Le professioni sociali, Edizioni Gruppo Abele, Torino
  • Taronna P. (a cura di), 2003, Isfol Orienta, Area Attività Associative, studio di area, Franco Angeli
  • Tosco L., 1993, Professione educatore, Milano, Franco Angeli
  • Deliberazione C.R20/2/87 n. 392, 2437. “Approvazione del profilo professionale, dei requisiti di formazione e dei programmi dei corsi triennali per educatori professionali”, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 12; - Decreto 8/10/98 n.520.
  • “Regolamento recante norme per l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell’educatore professionale, ai sensi dell’articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30/12/1992, n.502.”, pubblicato sulla gazzetta Ufficiale n. 98 del 28/04/99
Riviste
  • Animazione Sociale, Gruppo Abele
  • L’Educatore, Fabbri Editore
  • Cooperazione educativa, Edizioni Erickson
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